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Come essere un Ciclista Super? Diventa prima un Uomo Super!

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Testo scritto dell’episodio

Prima di essere un atleta super si deve essere un uomo super!

In questo periodo di quarantena globale, con i limiti imposti alla popolazione e in particolare il divieto di allenamento a noi ciclisti, il livello di stress o di disaggio cresce,
ho pensato di approfondire un argomento che riguarda, esattamente, la parte mentale sia dell’allenamento, che della nostra quotidianità,
dato lo stravolgimento che abbiamo subito e che rischia di minare il nostro equilibrio psichico.

Lo spunto mi è venuto da un libro che ho letto tempo fa e che ho rispolverato recentemente, credo che sia idoneo a questo momento storico in cui alcuni di noi stanno prendendo coscienza dei propri limiti mentali. Alcuni l’hanno anche superati, basta dare un’occhiata sui social, ah ah ah

Il tiolo del libro è L’allenamento mentale negli sport di resistenza. Scritto da Roberto Albanesi.  
Metto il link di Amazon in descrizione.
https://amzn.to/2Rueda2

In questo libro trovi soprattutto ciò che serve per predisporre al meglio la tua mente agli sport di resistenza.

Quello che ho imparato, personalmente da questa lettura, è la capacità di guardarmi dentro in modo più obbiettivo,
mi ha fatto emergere lati del mio carattere che non consideravo fondamentali a livello sportivo.

Adatto sia a professionisti sia ad amatori, l’autore afferma che, insegna in modo semplice a gestire al meglio l’interazione tra corpo e mente,
partendo dalla personalità del soggetto, favorisce la gestione dello sport di resistenza.

L’unica cosa ch’è sbagliata in questo libro, secondo me è il titolo,
non lo considero un manuale pratico per l’allenamento mentale, 
ma un utile guida, che ti aiuta a scoprire i lati ostili della tua personalità e ti permette di addolcire e limare gli spigoli più duri.  

I concetti mentali trattati in questo testo, sono tanti e mi affascinano,
mi piace scoprire i meandri remoti della mia coscienza, specie se legati al ciclismo
Inizialmente ho cercato di riassumere tutte le sensazioni che mi ha suscitato questa lettura in un episodio,
ma sarebbe stato troppo lungo per il mio format,
quindi ho deciso di fare una nini serie di due o tre episodi per trasmetterti tutte le nozioni che ritengo degne di essere apprezzate.

In questo episodio ti parlo di questi concetti

  1. Definizione di allenamento mentale.
  2. Il sondaggio nei social di a ruota libera.
  3. La Personalità
  4. La competitività
  5. Chi può allenare la mente?
  6. Come allenarsi.

La prima parte del libro ti predispone all’allenamento mentale ed inizia da un aspetto importante, la Propria personalità

Si hai capito bene la personalità, questa parte del libro è incentrata nel farti capire qual è la tua personalità (eco)

Se non ti è chiaro prima questo, non potrai usare le tecniche di questo libro in modo efficace.

Per questo l’allenamento mentale non si riduce alla patetica e semplicistica teoria “Se vuoi Puoi”

Ok, allora cos’è questo allenamento mentale?

Vediamo…

La definizione di allenamento mentale.

L’allenamento mentale è l’insieme di quelle tecniche che costruiscono la psicologia del soggetto in funzione del raggiungimento di un obbiettivo.

Dove l’obbiettivo non è necessariamente la prestazione, be certo il campione vuole la prestazione, ma possono esservi dei casi in cui si allena la mente per scopi diversi dalla prestazione,
gli amatori ad esempio potrebbero avere come obbiettivo, giungere al traguardo della prima granfondo o per molti triatleti raggiungere l’obbiettivo di una vita,
essere dei finisher ad un Ironman ad esempio.

Si si ti sto parlando di grandi aspettative, ma ricorda che l’allenamento mentale permette di raggiungere gli obbiettivi purché realistici.

Quindi se la tua media sui 100 km è di 30km/h non ti basta cambiare solo l’approccio mentale per fare un salto ed ottenere una media di 35km/h.

L’autore afferma che per atleti che sono già ottimizzati sotto questo aspetto, come i professionisti, i miglioramenti saranno meno significativi.

Viceversa, per un amatore il miglioramento complessivo è molto più evidente,
perché l’inserimento in un programma di allenamento mentale ti porta ad allenarti meglio, di più, a curare la tua l’alimentazione ecc.

Questo ti fa capire che non devi allenare solo la mente, ma cambiare anche la tua personalità.

Per esempio, diventi meno ansioso, acquisti autostima, ecc.

Attenzione: quando si parla di cambio della personalità si introduce un concetto che è generale, non solo sportivo.

Chi vive intorno a te deve notare un cambiamento anche nella normale vita quotidiana.

Questa è una delle affermazioni più forti di questo libro,
pertanto il concetto principale di questo manuale sta nel cambiamento cioè ottimizzare la tua personalità
portandola a un equilibrio mentale che ti darà giovamenti nella tua vita sportiva e sociale.

Sondaggio

È proprio questo che volevo far emergere dal sondaggio che ho presentato alla community di a ruota libera,
su Facebook e su Telegram ho chiesto ai ciclisti:
Quale caratteristica della propria psiche deve allenare maggiormente un ciclista?

La volontà o la Personalità.

In base alle teorie di questo libro, e la personalità la risposta giusta, ora ti spiego il motivo:
 L’enorme vantaggio per raggiungere il tuo obbiettivo sportivo lo puoi ottenere con l’equilibrio della tua personalità, in ogni sua sfaccettatura.

Mentre la volontà ti aiuta a superare tutte le difficoltà, che ci sono, fra te e l’obbiettivo, ma questa volontà potrebbe essere di tipo nevrotico.
Che vuol dire volontà di tipo nefrotico?
Se l’obbiettivo a cui aspiri è qualcosa per cui daresti tutto:
questa forza di volontà non sarà una proprietà a tuo favore,
ma una nevrosi che distorce o amplifica il giusto valore dell’obbiettivo.

Parlerò meglio di questi concetti più avanti.
Sono Luigi vergari e tu sei su ruota libera il primo podcast di ciclismo pedalato e sensoriale,
fai parte della community? no!

Allora entra nel blog a www.ruotalibera.info è proprio lì che troverai tutto, a partire della mail list a cui ti consiglio di iscriverti inserendo la tua mail, rimarrai aggiornato e potrai ricevere il materiale dedicato a tutti gli ascoltatori.

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Ti Aspetto!
Perché la fuga in solitaria non è una tattica vincente, saremo un gruppo compatto fino al traguardo.

Allora rimani in scia A RUOTA LIBERA!

Forse non tutti sanno che ogni parola ogni frase che vi dico nei podcast, sono scritte pari pari nelle pagine del blog oltre alle immagini e video che chiariscono i concetti di cui vi parlo,
anche per questo episodio troverete più info riguardo le varie personalità critiche, che parleremo tra poco.

Il sondaggio di questa settimana non ha avuto molto seguito,
infatti i ciclisti che hanno votato sono stati un terzo dei voti rispetto alle altre settimane,
segno che questo argomento non è molto sentito dal popolo del ciclismo,
l’ottanta percento dei votanti afferma che la volontà è la caratteristica più importante per l’allenamento mentale,
non è del tutto sbagliato, secondo Roberto Albanesi esistono due tipi di volontà una nevrotica (controproducente) e l’altra e la Volontà anevrotica, la freccia un più al tuo arco.

Di questo concetto parleremo la prossima puntata, oggi vediamo l’altra opzione che c’era al sondaggio, che è stata votata dal 20 % e cioè…

La Personalità

Vediamo cosa intende l’autore col termine “Personalità Equilibrata”.

Definisce 20 tipi di comportamenti penalizzanti cioè dei difetti della personalità.

Dichiara che una personalità è equilibrata solo se non possiede nessuno di questi venti difetti.

Ti elenco velocemente quali sono questi difetti, nel libro vengono chiamate personalità critiche:

  1. Svogliati Lo svogliato non ha una sufficiente forza di volontà anevrotica .
  2. Irrazionali L’irrazionale utilizza male il proprio potere razionale ed è dotato di scarso spirito critico (ha una modesta intelligenza razionale).
  3. Inibiti L’inibito non vive una parte della sua personalità perché non l’ha maturata (in genere si è inibiti verso i genitori o verso il sesso).
  4. Mistici Il mistico ha una vita dominata dal rapporto con il divino.
  5. Deboli Il debole non ha la forza sufficiente per ottenere il meglio dal mondo che lo circonda.
  6. Fobici Il fobico ha un’irrazionale e stabile paura verso qualcosa o qualcuno.
  7. Dissoluti Il dissoluto non sa gestire il proprio corpo.
  8. Sopravviventi Il sopravvivente accetta i problemi dell’esistenza come se facessero parte della normalità, senza nessuna azione che tenda a eliminarli.
  9. Insufficienti L’insufficiente accetta consciamente di avere un basso livello di autosufficienza.
  10. Indecisi L’indeciso è sistematicamente incapace di formulare criteri di scelta basati sulle informazioni che ha.
  11. Statici Lo statico ha bloccato ogni processo di apprendimento dopo aver raggiunto un’accettabile qualità della vita.
  12. Violenti Il violento utilizza la forza in modo da limitare la propria o l’altrui qualità della vita.
  13. Patosensibili Il patosensibile non riesce a elaborare un sufficiente distacco dal dolore che è attorno a lui, ma che non lo coinvolge direttamente.
  14. Romantici Il romantico vive completamente asservito a idee che per lui hanno un alto valore morale.
  15. Insofferenti L’insofferente non sa gestire la mancata aspettativa.
  16. Semplicistici Il semplicistico semplifica eccessivamente la realtà per gestirla meglio.
  17. Insoddisfatti L’insoddisfatto, qualunque sia il punto in cui arriva, non sa appagarsene.
  18. Apparenti L’apparente preferisce apparire anziché essere.
  19. Contemplativi Il contemplativo considera la cultura come una condizione necessaria alla massima qualità della vita.
  20. Vecchi Il vecchio ha un’età psicologica elevata, a prescindere dalla sua età cronologica.

Nella pagina dell’episodio troverete una piccola descrizione per ognuno di questi venti difetti. Sono interessanti facci un giro nel blog.

Anche tu puoi scoprire se alcune di queste 20 personalità critiche sono presenti nella tua personalità…
Ti spiego come:
Si chiama Il Gioco Della Vita è una straordinaria possibilità per metterti in discussione.
Si compone di 85 domande a risposta chiusa.
L’obiettivo del gioco non è di essere promossi, ma stabilire la tua personalità!

Quindi non Barare!

Pare che questo test sia ormai riconosciuto anche dagli addetti ai lavori, psicoterapeuti e psicologi.

Metto il link diretto al gioco nella descrizione di questo episodio e nella pagina su aruotalibera.info

IL GIOCO DELLA VITA
https://www.albanesi.it/hpgdv/inizio.htm

In pratica questo test, che dura circa 10-15 minuti, ti permette di sapere quale delle venti “personalità critiche”, cioè difetti, ci sono nel tuo modo di vivere.

Io l’ho fatto, e sono stati rilevati tre personalità critiche, esattamente, Personalità fobica, sopravvivente, patosensibile.
Leggendo le definizioni esatte di queste tre personalità critiche devo dire che mi riconosco in questa analisi della mia personalità.

Tieni presente che non si sta parlando di patologie, questi termini vengono usati per definire con esattezza la tua personalità, si rivolge a persone normali dal punto di vista psichiatrico.

Quindi finché non avrò corretto le mie tre personalità critiche, la mia personalità non sarà equilibrata.

Ti faccio un esempio di personalità per niente equilibrata, cosi riuscirò a spiegare meglio il concetto:

Ricordate il personaggio di Fracchia creato da Paolo Villaggio?

Dietro la porta del megadirettore a cui deve chiedere un aumento,
il povero impiegato esegue una serie di tecniche di rilassamento e di training autogeno,
arrivando a una condizione di quasi-normalità, di quasi-calma.

Appena la porta si apre e sente la voce del megadirettore, ripiomba nell’angoscia e nella paura fino ad intrecciarsi “le dita”.
Ricorda questo e capirai quanto sia importante prima diventare equilibrati e poi allenare la mente.
Quindi andiamo per ordine, il primo stadio è raggiungete una personalità equilibrata.

L’abilitazione psicologica

Ora che ho riconosciuto le mie tre personalità critiche, devo ammettere di non aver superato il primo stadio.

Secondo l’autore del libro non ho ancora l’abilitazione psicologica per iniziare un allenamento mentale vero e proprio.
Per essere preciso dice che tutti possono farlo, ma il giovamento sarà proporzionale all’equilibrio del soggetto.

Come per partecipare a una gara agonistica ufficiale è necessario un certificato di idoneità sportiva,
così per seguire un programma di allenamento mentale dovrebbe essere necessario un certificato di abilitazione psicologica.

La concezione dello sport

Chi non ha una personalità equilibrata, non solo non riesce a ottenere il massimo da sé stesso, ma elabora una concezione dello sport scorretta.
In pratica, non riuscirà ad avere dallo sport i massimi benefici.

La competitività

Altro concetto con cui fare i conti è la competitività:
Si fa sport per vincere, per partecipare o per altro? Te lo sei mai chiesto?

Credere che “vincere è l’unica cosa che conta” porta a una competitività esasperata che si ritorce contro di te facendoti sentire fallito quando perdi.

Di contro.

La famosa frase olimpica “l’importante è partecipare” porta a una sorta di pigrizia che non riesce a farti dare il meglio di te stesso.

Il segreto che risolve l’eterno enigma sta tutto in questa regola:

La competizione serve per dare il meglio di noi stessi e gli altri non sono avversari da battere, ma punti di riferimento.

Se pratichi il ciclismo amandolo, capirai benissimo che cosa voglio dire: quando un avversario ti stacca puoi ritirarti (e allora sei un nevrotico), puoi tirare i remi in barca (e allora sei un pigro) o puoi usarlo come punto di riferimento per dare il massimo e fare tutto ciò che potevi fare quel giorno.

Questa è una sana competitività.

Ora vediamo…

Chi può allenare la mente?

Tutti possono farlo, ma il giovamento sarà proporzionale all’equilibrio mentale.
Vediamo un esempio lampante per semplificare il concetto.
Esistono molti ciclisti amatoriali che nelle proprie azioni sportive sembrano impiegare notevoli risorse, dando sempre il massimo;
Un osservatore esterno li descriverebbe come atleti che “sanno soffrire”, sembrano dotati di una grandissima forza di volontà.

Scrutando nella loro vita di tutti i giorni, dimostrano notevoli limiti:
non sanno smettere di fumare, non sanno mettersi a dieta se hanno qualche chilo di troppo,
non sanno affrontare situazioni impegnative sul lavoro o del tutto banali come una visita dal dentista.
È chiaro che la loro forza di volontà nello sport è di tipo nevrotico, cioè finalizzata a un risultato che la mente vuole perseguire a tutti i costi.

È scontato che su questi individui un programma di allenamento mentale è inefficace o del tutto inutile,
spesso l’atleta abbandona lo sport quando la nevrosi ha termine, cioè quando “non gli interessa più”.

Nei miei vent’anni di ciclismo posso confermare di averne viste davvero tante di queste meteore, sfrecciare e spegnersi nella volta celeste. Ah ah

Ok tutto chiaro, ma come ci si allena mentalmente?

Come allenarsi?

Nel ciclismo ci si allena spesso con esercizi, per il potenziamento, per la forza ecc..
Per l’allenamento mentale, invece, l’esecuzione di esercizi non è la strada giusta.
A differenza dell’allenamento fisico, quello mentale non si dimentica.
Chi è calmo lo resta per tutta vita. Chi ha bisogno di esercizi continui per rimanere calmo è perché in sostanza calmo non è.
Occorre perciò distinguere fra due strade:

  • Soluzioni sintomatiche (colpire i sintomi ma non le cause)
  • Soluzioni causali andare a fondo e colpire le cause (e i sintomi spariranno).

Un allenamento mentale basato su esercizi è una soluzione sintomatica.
Praticamente, chi esegue un esercizio, la volta successiva in cui si ripresenta il sintomo deve rieseguirlo per ottenere gli stessi risultati.

Un classico esempio di esercizi mentali è lo yoga,
infatti chi fa yoga ha bisogno “costantemente” dell’esercizio per ricevere benessere.

In questo libro Albanesi insiste che l’allenamento mentale deve essere effettuato tramite il superamento di prove non tramite esercizi.

Una prova è una condizione che, se superata, produce effetti duraturi nel tempo.

Il limite degli esercizi è la mancata creazione degli automatismi che si costruiscono invece con il superamento delle prove.

Ti dico ora un classico esempio di addestramento a prove, opposto allo yoga che ti ho detto prima.

Sto parlando delle arti marziali una su tutte il Karatè, di devono superare varie prove per arrivare alla cintura nera.
Chi impara un’arte marziale acquisisce un livello la “cintura nera” che si affie volisce nel tempo molto lentamente.

Concludo questo lungo episodio con delle mie osservazioni,
l’argomento trattato in questo episodio è bello tosto, sia da seguire come ragionamento che da mandare giù,
nel senso che devi trovare i tuoi defetti, analizzarli e cercare di correggerli,
Questo libro ti mette di fronte a delle prove che non vorresti mai affrontare.

Nel prossimo episodio andrò avanti con il libro e parlerò delle altre caratteristiche mentali per migliorare la tua personalità, nella vita e nello sport.

Ti accenno qualche argomento

La Motivazione, la sicurezza, la fatica e altro.

E per oggi è tutto cari ciclisti e care cicliste, ditemi cosa ne pensate di questo episodio psicologico, ho bisogno dei vostri feedback per capire se la direzione di questo podcast rispecchia le vostre aspettative.

Entrate in www.aruotalibera.info troverai tutti i canali per metterti in contatto con me, vi aspetto.

Perché la fuga in solitaria non è una tattica vincente, saremo un gruppo compatto fino al traguardo.

Allora rimani in scia A RUOTA LIBERA!

Ciao

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Di Luigi Vergari

A Ruota Libera è il primo podcast dedicato al ciclismo pedalato e sensoriale. Fatto da un ciclista amatore e rivolto ai ciclisti amatori.
La passione per questo splendido sport mi spinge prima di tutto a pedalare e poi a ricercare sempre le novità e scoprire le innovazioni che girano attorno al mondo del ciclismo.

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